“L’azienda è come una famiglia”. Il “caso Renner” sul Corriere della Sera

15 Agosto 2019

Oggi il Corriere della Sera, edizione di Bologna, si è occupato di Renner Italia in un servizio a firma di Alessandra Testa e di Luca Muleo. Di seguito ne pubblichiamo il contenuto.

 

 

Modello Emilia: stipendi, corsi, benefit

L’Emilia Romagna è ai vertici nazionali, dietro a Lombardia e Trentino Alto Adige, per retribuzione annua lorda dei lavoratori nel settore privato che, in media percepiscono 30.455 euro l’anno. Ad arricchire le buste paga, come confermato nel servizio pubblicito ieri sul Corriere di Bologna, è la contrattazione di secondo livello, ma anche e soprattutto la necessità degli imprenditori di tenersi stretti i propri talenti in un momento in cui lamentano grosse difficoltà a reperire profili altamente qualificati. In più, con il suo tessuto produttivo eccellente e molte aziende leader di mercato in settori come i packaging, l’automotive e le macchine automatiche, la nostra è una regione molto attraente. Anche per quei giovani che provengono da territori virtuosi come il Veneto. Secondo il rapporto 2018 di Bankitalia sull’economia di quella regione, infatti ben 5.600 laureati l’avrebbero lasciata per trasferirsi in Emilia, Lombardia o all’estero. La principale ragione del trasferimento in Emilia? Retribuzioni più alte e carriere adeguate al percorso di studi. Anche 2 mila euro mensili al primo contratto, assicura il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Emilia Michele Poggipolini.

 

 

 

«L’azienda come una famiglia. E diamo 4.000 euro di bonus»

Seimila euro di stipendio medio in più rispetto a quello dei dipendenti delle altre aziende del settore, ripagato con 150 mila euro l’anno di produttività, per singolo lavoratore, maggiore di quelli della concorrenza. È questo dato, dell’Università Politecnica delle Marche, riferito al 2017 e perciò in crescita, a riassumere i vantaggi della filosofia virtuosa di Renner Italia, realtà di Minerbio tra i leader mondiali della produzione di vernici per legno. «Non è calcolo. L’azienda per noi è una famiglia», spiega Lindo Aldrovandi, AD di Renner Italia, 120 milioni di fatturato del 2018, previsione di 130 per quest’anno. «In 15 anni siamo arrivati ai livelli di società che ne hanno 70 di storia anche grazie a questo modo di pensare come squadra». L’ultimo contratto ha allargato la piattaforma welfare. Il dipendente che si sposa, fa o adotta un figlio riceve 250 euro. Asilo, libri, cure mediche, tempo libero. Tra premi e misure di assistenza si può arrivare a 4 mile euro lordi di bonus. «In 7 anni abbiamo pagato un premio lordo di circa 20 mila euro a testa». Che si aggiunge alle 14 mensilità, una in più delle previste dal contratto. Sindacati e lavoratori, 340 in tutto, ringraziano: dalla fondazione neanche un minuto di sciopero. E un gran senso di appartenenza. «Fondamentale che sentano l’azienda come la loro, abbiamo puntato subito su questo aspetto» intendendo anche la proprietà a maggioranza brasiliana. Età media inferiore ai 40 anni, stipendi netti sui 1.500-1.600 euro al mese per operai e impiegati, e 1.800-2.000 per chi sta in laboratorio. «Abbiamo messo l’aria condizionata nei 33 mila metri quadrati coperti dell’area produttiva, per 700 mila euro più i 55 mila all’anno di energia. Non è giusto che i lavoratori siano sfiancati dal caldo».