LE FAGGETE SOTTO CUI PASSEGGIAVA LEONARDO DA VINCI

27 Marzo 2019

Le Faggete vetuste italiane riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO per il loro eccezionale valore naturalistico e per l’incredibile biodiversità che le contraddistingue si estendono dall’Emilia-Romagna alla Basilicata . Le Faggete vetuste italiane rientrano nel contesto del sito ambientale transnazionale delle “Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa”.

FAGGETE VESTUSTE, UN PRIMATO “NATURALE”


Questo prestigioso riconoscimento assume un valore ancor più rilevante se si considera che a fronte dei 54 siti UNESCO italiani, solo cinque hanno ottenuto il riconoscimento per criteri naturali: le Isole Eolie, Monte San Giorgio, l’Etna, le Dolomiti e ovviamente le Antiche Faggete.

LA SPINA DORSALE DELL’ITALIA


Tra le Faggete vetuste protette dall’UNESCO rientrano le Foreste Casentinesi in Emilia-Romagna; le Faggete del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise; la Faggeta del Monte Cimino e del Monte Raschio nel Lazio; la Foresta Umbra nel Parco Nazionale del Gargano in Puglia; la Foresta di Cozzo Ferriero in Basilicata, nel Parco del Pollino.

LE FAGGETE VETUSTE DI SASSO FRATINO


Tra le Faggete vetuste riconosciute patrimonio UNESCO, quelle di Sasso Fratino. Sasso Fratino, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna in Emilia-Romagna, è la prima Riserva naturale integrale d’Italia. È stata istituita nel 1959 per conservare uno dei pochi lembi di foresta giunto a noi praticamente intatto grazie alla particolare conformazione. Gli aspri pendii rocciosi e la quasi totale mancanza di vie d’accesso hanno impedito la colonizzazione umana nel corso dei secoli.

ALBERI DI OLTRE 500 ANNI


Nel Sasso Fratino sono stato scoperti faggi di oltre 500 anni, che rendono la Riserva una delle dieci foreste decidue più antiche dell’Emisfero Nord. Faggi coevi di Cristoforo Colombo e Leonardo da Vinci, laboratorio naturale dove apprendere il funzionamento degli ecosistemi e sviluppare strategie per la conservazione della biodiversità. L’accesso alla Riserva è vietato, ma sono possibili le visite nell’area circostante grazie alla rete dei sentieri del Parco. Nella riserva non si può entrare, ma si può accedere per centinaia di chilometri attraverso la rete di sentieri del Parco nell’area circostante che comprende le Riserve biogenetiche casentinesi e altre aree in cui si trovano tratti di foreste vetuste, definite dall’UNESCO zone “di rispetto”.

LA BIODIVERSITÀ DELLE FAGGETE VETUSTE


La foresta delle Faggete vetuste è caratterizzata da una grande biodiversità. Vi si trovano quasi 1.300 specie vegetali.  Fra gli animali, particolarmente importante è la presenza del picchio nero, segnalato a partire dal 2000. Vi abitano anche il gufo reale, il falco pellegrino, l’aquila reale, l’astore, i principali ungulati italiani, il lupo e il gatto selvatico.