L’Olivo Millenario di Canneto Sabino fra storia leggenda e un mare di olive

31 Luglio 2017

Storie sotto l’albero … all’ombra dell’Olivone.

Torna l’appuntamento con “Storie sotto l’albero” oggi dedicato a una pianta quanto mai suggestiva: raccontiamo la storia di un olivo millenario.

Siamo a Canneto Sabino, un luogo principe per la produzione di olio d’oliva, dove tuttavia si trova non un semplice albero ma l’Olivone: un olivo millenario ormai simbolo del luogo.

È tale la sua imponenza e maestosità che si rincorrono le leggende per attribuirne l’origine. Qualcuno lo vorrebbe piantato addirittura da Sabino Numa Pompilio, Re Di Roma fra il 715 a.C. e il 673 a.C. ma sembra un po’ troppo perfino per il grande Olivastrone.

Gli esperti ne stimano l’età intorno ai mille anni, ipotizzandone la piantagione in concomitanza con la bonifica del luogo risalente all’anno mille per l’appunto, con l’arrivo dei monaci Benedettini di Farfa. Del resto le fonti storiche confermano come nel territorio della Sabina al tempo fosse già diffusa la coltivazione delle olive.

Considerato uno degli alberi più antichi d’Europa, l’Olivone, per età e per prestigio patriarca degli Olivi della Sabina, ha misure decisamente eccezionali. Nella parte più stretta si parla di circa 560 cm di circonferenza, mentre nel punto mediano siamo sui 720 cm.

Caratterizzato da una profonda parte cava nella parte bassa del fusto piuttosto datata come formazione; la grande pianta tuttavia versa in ottime condizione e presenta un’attività rigenerativa che sta progressivamente restringendo la parte scavata.

Il lungo processo di cicatrizzazione tuttavia lascia intatto il ricordo di questa cavità che diramandosi sottoterra, nel periodo della guerra, fu un valido nascondiglio per ordigni munizioni e carte militari, tanto da figurare nelle mappe dei Tedeschi come luogo strategico.

Di quanto rimasto dell’incavo, oggi approfittano volentieri i più piccoli che nella parte cava trovano ancora un ottimo nascondiglio per i loro giochi.

Ma attenzione non pensate che l’età avanzata dell’Olivone ne facciano solo un esemplare da guardare.

È un albero ancora straordinariamente prolifico; con cadenza biennale continua a produrre quintali di olive, con una prduzione, in forza delle sue dimensioni, di venti volte superiore a quella media di un olivo normale.

Curato e coccolato, come merita, l’albero viene potato regolarmente per salvaguardarne la salute e l’estetica straordinaria. Il terreno sul quale si erge viene regolarmente concimato con circa un quintale di prodotto, ma trattandosi di un oversize millenario ci sembra più che comprensibile.

Il censimento degli olivi monumentali

E se l’olivone di Canneto è indubbiamente una pianta eccezionale e fuori da ogni standard, è pur vero che per gli olivi la longevità è un fatto acclarato, in particolare nelle zone tradizionalmente dedite a questo tipo di coltivazioni.

Questa considerazione unita al desiderio di provare a dare risposta all’annosa domanda circa l’età degli olivi più vetusti deve aver mosso l’interessante “censimento degli olivi millenari”.

Il progetto proposto dal Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione dell’Olio a Denominazione di Origine Protetta della Sabina e curato dal corso triennale di Scienze e Tecnologie per la Conservazione delle Foreste e della Natura presso la facoltà di Agraria dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, è parte di un più ampio percorso che riguarda il territorio della Sabina come luogo di produzione dell’olio di oliva.

Le rilevazioni sugli alberi sono state eseguite fra il 2011 e il 2012 e hanno identificato ben 24 aree per un totale di 113 olivi monumentali definiti tali con certezza che peraltro è possibile visitare.

Dunque oltre a riposare all’ombra del meraviglioso Olivone se capiterete dalle parti della Sabina in questi giorni d’estate, non perdete l’occasione di organizzare un’escursione fra questi giganti della natura.