Premio Renner 2019: il vincitore 2018 Cazzaniga dà agli illustratori tre motivi per partecipare

2 Agosto 2019

Azzurro è stato il tema della prima edizione del Premio Renner per il Contemporaneo, che ha visto salire sul gradino più alto del podio Michele Cazzaniga con la sua illustrazione Guado. L’opera è un’indagine sui costumi ricca di richiami mitologici e allegorici e ha consentito a Cazzaniga di portarsi a casa i 10.000 euro messi in palio da Renner Italia.

In questi giorni, il 33enne di Desio si gode le meritate vacanze tra i mille colori della costiera Amalfitana.

Lo abbiamo sottratto per qualche minuto al suo relax per toglierci innanzitutto una curiosità: come ha deciso di investire il montepremi 2018. Ci risponde di aver pianificato, tra l’altro, di trasferirsi a Milano con il compagno e di investire in nuove strumentazioni di lavoro.

Parlando del Premio, gli chiediamo come avrebbe interpretato il rosso, il tema del 2019. L’istintività. L’immediatezza. La passione. Il fuoco. Il sangue. L’artista brianzolo ci rivela che il rosso è un colore distante dalla sua natura. Calma e misurata, come l’azzurro. Non per niente l’azzurro è il suo colore preferito.

La chiacchierata continua e, tra un aneddoto e l’altro, gli chiediamo come nasce Guado. Il giovane illustratore ci racconta di essere rimasto stupefatto nel vedere che il colore del bando era l’azzurro – il suo colore preferito appunto. Non ha quindi esitato a candidarsi. Fase uno: la ricerca. Cazzaniga scopre l’esistenza del guado, pianta dalla quale si estraeva il prezioso pigmento, capace di restituire tutte le tonalità dell’azzurro, dal cobalto al turchese. Al resto ci ha pensato l’immaginazione, ci sussurra.

Dal particolare al generale: partendo da Guado ci spostiamo verso l’analisi della sua produzione. Ci siamo fatti narrare cosa cattura l’attenzione dell’illustratore vincitore del premio Renner 2018 nel mondo reale, tanto da essere riportato nel mondo immaginario delle sue opere. La risposta è immediata e dai toni spumeggianti, come se Cazzaniga non vedesse l’ora di parlare dei suoi soggetti preferiti: la natura – sua prima ispirazione – le piante, gli animali e soprattutto, le vecchine. Cazzaniga si lascia ispirare dalle strane attitudini dei personaggi che lo circondano, da fatti inusuali che hanno elementi talvolta di ironia, talvolta di tenerezza, che si rappresentano quasi naturalmente caricaturati. Poi ci parla dei tratti grafici, che si ispirano all’arte rinascimentale, ma anche alla moderna animazione e alla fotografia. L’ultima, più da un punto di vista narrativo, sottolinea. Ci confessa infine, con un tono di grande ammirazione, che il suo mito è da sempre Piero della Francesca.

Continuiamo a conversare e gli facciamo notare come tutti siano rimasti incantati dalla sua opera e si siano domandati quale fosse stata la sua ricetta vincente. Quello che abbiamo chiesto a lui, invece, è se esiste una ricetta affinché un’illustrazione vada sempre a segno. Ci pensa un attimo. La risposta è no. Il giovane illustratore è persuaso che la sincerità e l’onestà intellettuale sono le ricette più efficaci, quelle che rendono un’illustrazione vera e che la chiave sta nel conoscere se stessi e nel sapere quello che si vuole raccontare. Alla fine, Michele Cazzaniga fa un accenno anche al fattore fortuna, con una sonora risata.

Arriviamo al tema caldo della conversazione e gli chiediamo di dare tre consigli agli illustratori che parteciperanno all’edizione 2019 del Premio. La risposta è concisa, quanto esaustiva: “Renner è l’unica azienda che propone un premio in denaro così importante, mettendo in luce gli illustratori e le loro opere. Il contest è organizzato in maniera seria e professionale e ha il pieno rispetto dei partecipanti. Il Premio Renner è il primo a trattare di colori.” Giudizio positivo e incoraggiante.

Infine, prima di lasciarlo al suo meritato relax, gli chiediamo quali consigli vuole dare ai giovani che vogliono intraprendere il suo stesso percorso. Cazzaniga parla con tono sincero e incita i giovani a farsi ispirare da ciò che li circonda, a essere sempre curiosi e a non demoralizzarsi mai davanti alle difficoltà che questa professione può comportare.